Ciao Davide, grazie per le tue parole e la tua riflessione. Capisco cosa intendi e lo condivido. Così, a caldo, mi vien da dire che il problema è da ricercare nel pubblico di lettori (che siano di libri, social media o altro poco importa). Non siamo più abituati alle moltitudini di parole. Al punto che il lessico medio che abbiamo a disposizione va via via restringendosi (qui un vecchio articolo https://letterecontemporanee.wordpress.com/2019/07/18/i-ragazzi-conoscono-solo-300-parole-riflessioni-su-lingua-italiana-giovani-affermazioni-azzardate-e-citazioni/). E questo, giocoforza, ci costringe a usare sempre meno parole. Per non parlare della continua riduzione della nostra soglia di attenzione dovuta ai mille stimoli e alle molte distrazioni di cui siamo costantemente oggetto. Però credo che sia giusto che uno scrittore si ritagli uno spazio per scrivere come meglio crede. Chi vorrà, leggerà. Un'ultima cosa: non nascondo che mi piacerebbe incontrare te e Silvia di persona ora che siete in Italia. Un caro saluto!
Sono dell'idea che se noi scrittori ci impigriamo, oppure assecondiamo l'impigrimento altrui, non è più finita, ed è una spirale discendente. E un po' un peccato, perché una lingua limitata è davvero poco divertente.
Geniale e originale negli accostamenti, come sempre un piacere leggerti...ben tornati Bagaglioleggero del mio cuore 😍
Eh lo sai che io e i collegamenti ci facciamo delle grandi serate al tavolino del bar, e ci vengono idee matte :)
Ciao Davide, grazie per le tue parole e la tua riflessione. Capisco cosa intendi e lo condivido. Così, a caldo, mi vien da dire che il problema è da ricercare nel pubblico di lettori (che siano di libri, social media o altro poco importa). Non siamo più abituati alle moltitudini di parole. Al punto che il lessico medio che abbiamo a disposizione va via via restringendosi (qui un vecchio articolo https://letterecontemporanee.wordpress.com/2019/07/18/i-ragazzi-conoscono-solo-300-parole-riflessioni-su-lingua-italiana-giovani-affermazioni-azzardate-e-citazioni/). E questo, giocoforza, ci costringe a usare sempre meno parole. Per non parlare della continua riduzione della nostra soglia di attenzione dovuta ai mille stimoli e alle molte distrazioni di cui siamo costantemente oggetto. Però credo che sia giusto che uno scrittore si ritagli uno spazio per scrivere come meglio crede. Chi vorrà, leggerà. Un'ultima cosa: non nascondo che mi piacerebbe incontrare te e Silvia di persona ora che siete in Italia. Un caro saluto!
Sono dell'idea che se noi scrittori ci impigriamo, oppure assecondiamo l'impigrimento altrui, non è più finita, ed è una spirale discendente. E un po' un peccato, perché una lingua limitata è davvero poco divertente.